
Un grande applauso subito per questo libro,“Manuale per ragazze rivoluzionarie. Perché il femminismo ci rende felici”, di Giulia Blasi, Rizzoli. E sono felice di recensirlo in questa rubrica, in cui propongo ogni giorno della settimana della Festa della Donna un testo particolare, dedicato alla parte rosa del pianeta. Ma non rivolta solo alle donne, sia ben chiaro.
Anzi, proprio questo libro andrebbe letto da tutti, per la competenza dell’autrice, per la finalità che si propone, per la capacità di coprire un ambito che il panorama italiano lasciava, direi colpevolmente, sguarnito.
E Giulia Blasi non ci sta. Il suo sguardo intenso si concentra in questo saggio sulla condizione della donna e ci propone un cammino alla ricerca della libertà, sciolto da catene e stereotipi.
E’ lei stessa a presentare il suo lavoro, in una frase che compare sul suo blog : “ Il mio primo libro di non-fiction, saggio, chiamatelo come vi pare: un manuale pratico di avvicinamento al femminismo per giovani (e meno giovani) che vogliono avvicinarsi al movimento, ma non sanno da dove iniziare. Un discorso intimo da una che non è mai stata una femminista accademica a quelle che si sentono isolate, impotenti, arrabbiate, e non vogliono più stare così. Non per incazzarsi meno, ma per incazzarsi meglio”.
Insomma, da leggere.
Perché questo libro è carico di tutta l’esperienza di Giulia Blasi, che è giornalista ed autrice di programmi radiotelevisivi, ed è in grado di comunicare tanto, dallo stile giovane e fresco, ai contenuti che possiamo definire “rivoluzionari”.
Ecco quindi la proposta di un femminismo in linea con i nostri tempi, che vedono noi donne sicuramente più inserite in ambiti lavorativi ed in carriere un tempo precluse, ma che deve fare i conti ancora con un forte “patriarcato”, come dice l’autrice. E su questo patriarcato fa un affondo memorabile, sviscerando aspetti antichi in una luce nuova, quella che dobbiamo affrontare ogni giorno e che dobbiamo imparare a cambiare.
C’è tutto un modo di negare la donna, di negarle valore, di negarle i diritti, che parte dalla stessa negazione della presenza: basti pensare, dice l’autrice, a tutti i grandi nomi di scienziate, artiste, letterate, esistite nel passato e mai citate nei libri scolastici.
E questa è solo la punta dell’iceberg, perché il problema continua, fino a autobloccarsi in una specie di assuefazione, che diventa anche linguistica. Si fatica, per esempio, ad accettare la versione femminile di alcune cariche istituzionali, come se il corrispondente maschile suoni meglio e quindi vada bene così: ma chi lo dice che sia meglio, che suoni meglio, che vada accettato? Non c’è niente da fare, anche lì tutto si blocca, ma guarda caso sempre limitando, o non riconoscendo del tutto, la parte femminile.
Questo sistema viene paragonato dalla scrittrice alla modalità della “mafia”, che sa diffondersi senza sosta, basandosi anche sull’acquiescenza dei più, sulla difficoltà insita in alcuni processi umani a farsi carico del cambiamento, anche quando la situazione è platealmente sbagliata.
Che sia platealmente sbagliato tutto ciò che fa alla donna violenza fisica o di genere in senso lato, è evidente ormai, ma Giulia Blasi sottolinea come sia difficile riformare un sistema che non vuole essere riformato e la rabbia che ne deriva è tanta, fino alla depressione, o al rifugiarsi in un atteggiamento fatto di cinismo.
E come è cambiato il femminismo ? E’ lei stessa a descrivere questo passaggio in un bellissimo intervento tenuto per TEDxVicenza nel luglio del 2019: “Non si incarica più soltanto di tutelare il nostro diritto ad esistere in un mondo di cui noi non scriviamo le regole, ma si occupa anche di riscrivere le regole, di renderle più eque e più liberatorie per tutti. Il femminismo non crea un mondo anarchico, crea un mondo in cui la spartizione del potere sia sostituita dalla condivisione della conoscenza e delle risorse. Collaborazione lì dove adesso c’è competizione, solidarietà al posto della sopraffazione”.
Tutti possono essere felici se tutti si rendono conto che le battaglie per la giustizia e l’uguaglianza, o parità di genere, riguardano ciascuno di noi. Bisogna restare attivi, saper reagire e cercare di realizzare al meglio le nostre capacità. Una chance che deve essere per tutti.
E voglio chiudere con un grazie a Giulia Blasi per aver scritto questo libro, che fa un passo avanti nel cammino verso la fine di quel blocco di massa che, schiacciando la donna in realtà schiaccia tutti. Un cambiamento necessario e non più procrastinabile.
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