
Direttamente collegato alla mostra fotografica di cui parliamo nel precedente post, ecco un importante evento che pone sul tavolo una delle questioni più difficili e delicate relative al racconto per immagini di guerre e conflitti: quale spazio alla realtà, e alla verità, quale spazio ad ogni sorta di mistificazione? Cosa può dirci una fotografia? Cosa può nasconderci? Quanto questo è deliberato e da chi? Non serve il vasto potere dell'intelligenza artificiale, gli uomini sanno da sempre dare alla rappresentazione della realtà un taglio 'onesto' oppure indirizzato a modificare, manipolare, convincere, celare. Cosa succede quando questo si manifesta in un teatro di guerra?
A queste domande ma anche a tanto altro risponderanno i relatori dell'incontro "La Storia dietro le immagini. Guerra e propaganda"che si tiene mercoledì 29 gennaio alle ore 18,30 con ingresso libero alla Casa della Memoria di Milano.
Interverranno Wlodek Goldkorn, giornalista , di origini polacche, responsabile per molti anni del settore cultura del settimanale L'Espresso, che molti conosceranno anche per i suoi libri, tra cui "Il bambino nella neve", di fatto sua biografia, oltre che un meraviglioso cammino nella memoria, intellettuale di grande spessore e studioso della Shoah. Affronterà tra altro lo spazio che nell'immaginario collettivo abbiamo noi della shoah, immagine spesso però ottenuta dal lavoro di documentazione fotografica delle SS. Molti di noi non sanno infatti che gran parte delle foto che abbiamo in testa sono scatti dei nazisti, che tendevano a presentare gli ebrei, tra le altre forme di colpevole riduzione, anche come pecore al macello, incapaci di reagire. Poche infatti, a confronto con questa massa di pur tragiche fotografie , sono le immagini dell'eroica rivolta del ghetto di Varsavia, in cui tutti gli ebrei si batterono come leoni.
Con lui dialogherà Francesco Cito, fotoreporter famoso e pluripremiato (World Press Photo Award per la vita quotidiana e World Press Photo Award per lo sport), impegnato da anni nel suo lavoro in zone di guerra, Afghanistan , guerra del Golfo, Palestina , che ha documentato da indipendente, assumendosi ovviamente il rischio personale ma anche il desiderio di offrire un punto di vista personale di ciò che documentava con i suoi scatti. Potrà dirci qualcosa in più dei conflitti di oggi, delle immagini dei quali noi siamo soverchiati, in apparenza: in realtà però fatichiamo ad averne uno sguardo veramente indipendente e limpido.
A moderare ma anche ad offrire il proprio contributo interverrà Dario Venegoni, Presidente Nazionale di Aned che ci parlerà dell'iconografia dei campi di concentramento, come ci sono arrivate le immagini che li descrivono ( anche di quelli che non ci sono più, per esempio Gusen), cosa ci ha colpito, cosa sono oggi i campi.
Si diceva un tempo che una foto vale più di cento parole, ma oggi non è più così.
Manipolazioni di ogni tipo intervengono sul reale, distorcendolo, condizionandolo, modificandolo ed aprendo così la porta a diffusione di ogni sorta di fake news, ammantate di vero ma pericolosissime.
E' questo velo che l'incontro di domani vuole togliere.
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