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LA VOCE POETICA PIU' INTENSA E VERA NEL GIORNO DELLA POESIA



Nata a Milano il 21 marzo del 1931, Alda Merini sembrava già per questo destinata alla poesia. Oggi si celebra infatti la GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA, proprio il 21 marzo e non c'è figura migliore della grande poetessa italiana che possa rappresentarla.

I meravigliosi, unici, creativi, liberi, dolcissimi e potenti versi che seppe scrivere non solo la collocano tra le voci più alte dei nostri tempi, ma ci consegnano anche pagina dopo pagina un vasto tesoro pieno di ricchezze, che sembrano accrescersi ogni giorno di più.

La grande capacità di Alda Merini, infatti, stava proprio in questo scendere continuo nella profondità dei sentimenti umani, nello scalarne le contraddizioni, dalla carne al cielo, nel presentare a se stessa e a noi il suo sconfinato amore per la vita.

Propongo questa autrice di altissimo spessore , offrendo qui alcune delle sue più belle poesie, proprio ora che i tragici eventi dell'attualità catalizzano ogni discorso intorno alla violenza e sembrano togliere spazio alla poesia: come cosa inutile, rimandabile, di secondaria importanza. Al contrario, è proprio nella forza del messaggio della poesia che si potrà ritrovare un riscatto a tanta sottrazione del vero valore dell'umanità.

Come proposto ai nostri lettori anche lo scorso anno, visto il successo ottenuto, il post resterà aperto per tutta la settimana anche a voi: chi vorrà potrà segnalarci un testo di Alda Merini che ami particolarmente e noi lo aggiungeremo alle prime poesie scelte da noi,tratte dal Sito Ufficiale di Alda Merini, per comporre un grande quadro fatto da tante mani. Per la poesia, per noi che, nonostante tutto, siamo poesia.(guarda anche il post dello scorso anno :

( nell'immagine la copertina della raccolta "Voce di carne e anima", di A. Merini, Sperling e Kupfer, 2019)


Sono nata il ventuno a primavera

(da "Vuoto d'amore")

Sono nata il ventuno a primavera ma non sapevo che nascere folle, aprire le zolle potesse scatenar tempesta. Così Proserpina lieve vede piovere sulle erbe, sui grossi frumenti gentili e piange sempre la sera. Forse è la sua preghiera.


Bambino

Bambino, se trovi l’aquilone della tua fantasia

legalo con l’intelligenza del cuore.

Vedrai sorgere giardini incantati

e tua madre diventerà una pianta

che ti coprirà con le sue foglie.

Fa delle tue mani due bianche colombe

che portino la pace ovunque

e l’ordine delle cose.

Ma prima di imparare a scrivere

guardati nell’acqua del sentimento.



Un’armonia mi suona nelle vene

( da "La Terra Santa")

Un’armonia mi suona nelle vene,

allora simile a Dafne

mi trasmuto in un albero alto,

Apollo, perché tu non mi fermi.

Ma sono una Dafne

accecata dal fumo della follia,

non ho foglie né fiori;

eppure mentre mi trasmigro

nasce profonda la luce

e nella solitudine arborea

volgo una triade di Dei.


Del tutto ignari della nostra esistenza

(da "La carne degli angeli")

Del tutto ignari della nostra esistenza voi navigate nei cieli aperti dei nostri limiti, e delle nostre squallide ferite voi fate un balsamo per le labbra di Dio. Non vi è da parte nostra conoscenza degli angeli, né gli angeli conosceranno mai il nostro martirio, ma c’è una linea di infelicità come di un uragano che separa noi dalla vostra siepe. Voi entrate nell’uragano dell’universo come coloro che si gettano nell’inferno e trovano il tremolo sospiro di chi sta per morire e di chi sta per nascere.


La vergine

(da "la presenza di Orfeo")

Non avete veduto le farfalle

con che leggera grazia

sfiorano le corolle in primavera?

Con pari leggerezza

limpido aleggia sulle cose tutte

lo sguardo della vergine sorella.

Non avete veduto quand’è notte

le vergognose stelle

avanzare la luce e ritirarla?…

Così, timidamente, la parola

varca la soglia

del suo labbro al silenzio costumato.

Non ha forma la veste ch’essa porta,

la luce che ne filtra

ne disperde i contorni. Il suo bel volto

non si sa ove cominci, il suo sorriso

ha la potenza di un abbraccio immenso.


Io sono una città nera

(da "Il re delle vacanze")

Io sono una città nera e una rondine notturna. Qualche ragazzo mi sorride e allora divento volpe canterina. Un mare di pesci mi nuota sempre intorno, sono i falsi poeti che vogliono toccare il genio con la piuma contorta di un’insana voracità ma la curiosità è un grillo schiacciato che fa finta di essere un’anima.


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